"I
due saranno una carne sola"
Lucino:
formazione del Vescovo con i giovani
Di
Cristina Vonzun
Il cammino diocesano per giovani tenuto dal Vescovo è giunto a porsi
una serie d'interrogativi cruciali. Negli incontri precedenti abbiamo esaminato
come la persona si realizzi mediante l'amore, nel dono di sé, nella relazione
con gli altri e con Dio. Il Vescovo ha parlato, in quest'ultimo appuntamento,
del matrimonio. È stato un incontro in cui ha prevalso il dialogo tra
i contenuti e la vita: il Vescovo ha presentato i fondamenti dottrinali e la
sua riflessione a cui hanno fatto eco le testimonianze di alcune giovani famiglie
che hanno guidato i gruppi di scambio. La vita propone con insistenza alle nuove
generazioni ma anche agli adulti, domande fortissime: siamo nella società
che ha statisticamente confermato la crisi del matrimonio, la società
dell'amore libero, dei divorzi, dell'amore à la carte ... E allora,
chi sono questi giovani che provano ad interrogarsi sul matrimonio? Non
sono i primi della classe, sono giovani che vivono in loro anche controsensi
tra fede e vita, sono giovani dei nostri licei e delle università, sono
apprendisti e lavoratori, sono insomma persone "normali". Sono però
anche giovani che ci stanno ad accordare una chance a Cristo e alla Chiesa per
vedere se queste due realtà che sono poi profondamente una, hanno qualcosa
da dire alla loro vita in una materia apparentemente "così personale",
che molti vorrebbero gentilmente chiedere alla Chiesa di non pronunciarsi "troppo"
su di essa. Ricorda il Papa che la "via della Chiesa è la
via dell'uomo". Queste brevi parole ci aiutano ad avvicinare l'opera
del cristianesimo e di Gesù di Nazareth che incontrava i pescatori, gli
esattori, gli uomini di fede e qualsiasi altra categoria di persone si poneva
sulla sua strada. Se il Cristianesimo può veramente dire qualcosa di
vero, di bello, di giusto all'umanità, non resta che lasciarsi interrogare
da esso e interrogarlo a nostra volta, senza troppe paure.
Il Vescovo Giuseppe si è inoltrato nell'argomento parlando di "cammino
in progressione" verso una "scopertine/coperta". Infatti: "I due saranno
una carne sola, non è un fatto scontato ma implica dentro al bisogno
di completezza della propria vita, la scopertine/coperta dell'altro/a. Scopertine/coperta che l'altro/a
è un dono del Signore e che l'amore vero è sempre e soltanto un
dono. La gratuità non esclude la reciprocità, però l'amore
genuino non misura quanto dà e cosa riceve. Nessun rapporto di copertine/coppia
reggerebbe, se entrambi si preoccupassero solo di ricevere. Non si da per ricevere".
Il Vescovo ha quindi collegato la gratuità alla fedeltà : "Perché
gratuito l'amore è fedele, progettando il "sempre" e il "in
ogni modo": nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia,
mai ritirando il proprio affetto nemmeno quando l'altro/a sbaglia, tradisce
o fa del male". Quest'immagine di gratuità e fedeltà
richiamavano nella mente di tutti i presenti, in modo chiaro Cristo, il suo
amore e la sua fedeltà.
Ha continuato il Vescovo: "Questa fedeltà si mostra nel perdono,
nel dono, nel coltivare e educare l'amore affinché sia forte nelle difficoltà
e faccia maturare in entrambi una vita più piena. Così il matrimonio
non è la cinica tomba dell'amore, ma la sua culla, attingendo ad un amore
sempre nuovo, di sposi, di genitori, di nonni e sempre e soprattutto d'amici.
Questa fedeltà che permea l'amore, è un impegno quotidiano a modellare
un progetto sempre in costruzione ed è vigilanza e creatività
per non banalizzare mai l'amore". Ricordando che l'amore è chiamato
ad essere fecondo ha continuato : "Dio ha poi legato la sua volontà
creatrice alla responsabilità dell'uomo e della donna come copertine/coppia, ed
essi diventano responsabili di fronte alla vita; non ne sono i padroni ma solo
i collaboratori, ecco perché l'aborto è assurdo. Essere fecondi
non significa solo generare la vita, ma amarla e curarla sull'esempio di Dio".
La fecondità nella vita di copertine/coppia è un cammino. Ad essa ci si
deve preparare da giovani, prima del matrimonio. Il Vescovo ha come tratteggiato
alcune note di questa formazione che passano per il quotidiano: "educandosi
ad amare la vita nelle sue espressioni, amando chi vive con noi, prendendosi
cura delle necessità degli altri, accettando che la vita degli altri
possa chiedere qualcosa alla nostra". Dopo questo quadro generale ha toccato
punti più strettamente connessi con il matrimonio: "L'amore sponsale
deve vincere l'egoismo a due che accade quando gli sposi si chiudono in se stessi.
Se l'amore è immagine di quello divino non si può progettare un'esperienza
di famiglia isolata dal mondo. L'amore tra due persone infatti può essere
di gran vantaggio per tutti coloro che sono alla ricerca dell'amore o sono in
difficoltà nel loro amore, così come il confronto con altri coniugi
aiuta a leggere la propria situazione. Oggi si rischia di confondere l'intimità
con la privatezza e a sentire entrambi come beni da difendere contro tutti,
ma per chi tra noi è chiamato a costituire una famiglia c'è anche
l'impegno a rendere il mondo sempre più simile ad una famiglia, ad una
vera fraternità".
La domanda, poi ripresa anche nei gruppi, sui motivi che spingono la Chiesa
ad indicare l'amore maturo tra un uomo e una donna nel matrimonio, ha visto
il Vescovo rispondere con una serie di contro quesiti esistenziali : "Può
essere fedele un amore che non impegna tutto se stesso, compreso il proprio
futuro ? Può essere fecondo un rapporto di copertine/coppia che esclude di principio
la nascita di un figlio? Può essere aperto alla società un amore
che si difende dalla stessa e non vuole assumersi ruoli e responsabilità
di copertine/coppia ?". Da qui il Vescovo ha tratto alcune conclusioni: "non
è secondo verità dirsi "sono tuo/a", nei rapporti cosiddetti
prematrimoniali, finché non si è impegnati davvero, con tutto
se stessi, compreso il futuro, nel dono definitivo di sé all'altra persona.
Quest'impegno per noi cristiani è assunto pubblicamente nel Matrimonio.
Al contempo non è secondo verità porre dei gesti che possono concepire
una nuova vita, se questa è esclusa o non si è in grado di prendersene
cura". Dentro a questo dialogo tra il Vescovo e i giovani non possiamo
dimenticare l'apporto delle giovani copertine/coppie presenti. Si tratta di nuove famiglie,
alcune delle quali segnate molto presto dalla sofferenza. Questi giovani, come
fratelli maggiori hanno contribuito a rendere "carne e vita" la parola
del Vescovo Giuseppe. Restano ancora aperte molte questioni che saranno affrontate
nel prossimo incontro: che senso ha il sacramento del matrimonio? C'è
davvero un motivo per cui valga la pena assentire? Per ora, anticipando questi
temi, il Vescovo ha concluso: "amarsi per i cristiani è amarsi
nel Signore, per questo il lungo cammino dell'amore trova consacrazione
nel matrimonio. L'amore della copertine/coppia cristiana manifesta l'amore di Dio che
si è rivelato nel modo in cui "Cristo ha amato la Chiesa è
ha dato se stesso per lei (Ef 5,25) e a cui la Chiesa risponde nell'amore che
è servizio (Ef 5,24)". Per chi desidera aderire alla proposta di
incontro con il Vescovo su questo tema, il prossimo appuntamento è previsto
per Sabato 6 febbraio dalle 9.00 alle 12.30 presso il Liceo diocesano a Breganzona.